Applicazioni nello sport, nel benessere, nella clinica
Tecnologia innovativa
Il biofeedback è uno strumento che consente la misurazione di alcuni parametri fisiologici in tempo reale, parametri influenzati dall’attività cognitiva ed emozionale, oltre che motoria.
Ci fornisce informazioni dettagliate dello stato psicofisiologico di una persona, attraverso segnali grafici visualizzati su uno schermo. I parametri misurati, rilevati attraverso sensori non invasivi, sono: la tensione muscolare, la conduttanza elettrica cutanea, la temperatura periferica, l’elettroencefalogramma, la respirazione, la frequenza cardiaca e la variabilità della frequenza cardiaca (HRV).
Come funziona il biofeedback?
Queste misure variano in funzione dello stato cognitivo ed emotivo della persona, rendendo visibile il suo profilo psicofisiologico, ovvero la configurazione individuale dei valori considerati, sia a riposo che in condizione di stress. Questi dati, attraverso grafici e statistiche, vengono interpretati ed elaborati ottenendo una fotografia della capacità della persona di fronteggiare lo stress sia in generale che legato a particolari patologie.
Il presupposto teorico alla base del biofeedback è il principio psicofisiologico per il quale ciò che avviene nella mente ha un corrispettivo nel corpo e, viceversa, ciò che avviene nel corpo si riflette nella mente.
Avete presente le intense sensazioni corporee che percepite al pensiero improvviso di avere dimenticato qualcosa di importante? Oppure la commozione e la nostalgia suscitate dall’ascolto di una canzoncina della vostra prima infanzia? Il principio psicofisiologico descrive esattamente questo: mente e corpo sono in una relazione di reciprocità. Da ciò ne deriva che per ottenere degli effetti in uno di questi ambiti, possiamo passare sia dal corpo che dalla mente.
A cosa serve?
Dopo aver definito come reagisce il corpo allo stress ed aver individuato il parametro o i parametri di cui potenziare il funzionamento, si stabilisce un percorso di training (addestramento) da 8 a 10 sessioni di circa 1 ora. Il biofeedback infatti, è in grado di potenziare i sistemi di autoregolazione tra corpo e mente che sono sotto il controllo del sistema nervoso involontario, ma che si possono imparare a modulare in modo volontario. Ad esempio si apprende come fare a diminuire o aumentare la temperatura periferica o la frequenza cardiaca.
A che scopo fare un training?
Lo scopo del training biofeedback è raggiungere un migliore equilibrio interno permettendoci di:
• “normalizzare” i valori eccessivamente alti o bassi
• imparare ad essere consapevoli dei nostri stati interni
• ricercare attivamente un accomodamento nel corpo
• sviluppare un dialogo corpo-mente più efficace
• incrementare il senso di autoefficacia verso la gestione del proprio stato psicofisiologico
Quali sono gli ambiti di applicazione del biofeedback?
Poiché lo stato psicofisiologico si modifica nelle varie patologie, è possibile intervenire ristabilendo l’equilibrio attraverso il training su specifici parametri. Come nell’asma o nell’ipertensione ad esempio, il biofeedback non guarisce dalla patologia, ma consente una riduzione significativa dei sintomi ormai ben documentata, duratura e senza farmaci.
Molte ricerche ne hanno confermato l’efficacia nelle seguenti condizioni:
• cefalea tensiva ed emicrania
• ipertensione
• asma
• dolore cronico e fibromialgia
• ansia e attacchi di panico
• stress e sintomi stress correlati
• trauma psicologico e disturbo post traumatico da stress
• alta prestazione cognitiva e sportiva
In conclusione
Dunque possiamo considerare il biofeedback un trattamento elettivo in persone che non vogliono, o non possono, ricorrere ai farmaci, nelle donne in gravidanza, in condizioni di elevato livello di stress e in chi vuole incrementare la prestazione cognitiva e sportiva. In altri casi l’approccio ingrato con altri trattamenti consente migliori risultati nella cura e nella stabilizzazione dei sintomi.